Nel mondo del tartufo la coltivazione biologica rappresenta una novità, in quanto se è vero che da una parte il tartufo fresco è di per sé bio, dall’altra bisogna considerare la zona di provenienza dello stesso. Più nello specifico, essendo un fungo ipogeo, è in grado di assorbire sostanze di vario tipo che si trovano nel terreno (come una spugna), ponendosi quindi la questione di quale sia la zona di origine e del rischio di possibili contaminazioni. Di fatto, nel passato si sono già avuti casi di ritrovamenti in natura di tartufi in aree inquinate, sia nel territorio italiano che all’estero. Per questo motivo è importante avere un prodotto di cui si possa tracciare la filiera.